Il virus colpisce 4 consiglieri ma fa meno effetto delle invettive di Fracassa a Verna (che finiranno in Procura) ma soprattutto dell’invasione’ organizzata del fumettista Di Giandomenico che strappa la carta d’identità in faccia al sindaco. Sempre per via del pupazzone giapponese
TERAMO – Covid, accuse da codice penale e teatrini concordati per essere filmati, tutto in un solo Consiglio comunale, quello sempre più inutile dedicato alle interrogazioni, che si è svolto oggi al Parco della Scienza.
Nel giorno in cui le assenza per Covid hanno portato il consigliere anziano (dell’opposizione) Mario Cozzi a presiedere l’assise civica (per impedimento del presidente Alberto Melarangelo come Sbraccia, Passerini e Ciapanna), l’ex assessore e consigliere di minoranza di Futuro In, Franco Fracassa, dimostra che sono ormai lontani i tempi in cui, sul finire del 2017, si ritrovava fianco a fianco con l’attuale assessore Maurizio Verna per firmare la caduta del ‘suo’ sindaco Maurizio Brucchi. Tra i due infatti sono volate parole grosse. Anzi, per la verità, è stato Fracassa ad ipotizzare addirittura una sorta di ‘corruzione’ da parte del presidente della Fiab, Alessandro Tursi, per aver ricevuto incarichi di progettazione dal Comune di Teramo in tema di mobilità sostenibile, in cambio di una… bandiera gialla, quella assegnata alla città di Teramo quale ComuneCiclabile. Sì avete capito bene: una volta c’erano le mazzette, oggi per Fracassa si ‘pagherebbe’ con titoli simbolici come una… bandiera gialla. L’affermazione, pur se grottesca come nello stile, è pur sempre grave e ha costretto l’assessore a chiedere al segretario l’estrapolazione delle frasi dalla registrazione per valutare gli estremi di una denuncia alla procura per diffamazione.
Sembrava finita lì, quando è andato in scena il teatrino o è il caso di dire un altro ‘autogoldrake’ (termine coniato nel 2019 dal collega Antonio D’Amore) di Carmine Di Giandomenico, le cui qualità di artista di livello non si discutono, ma appunto perché insospettabile, protagonista di una caduta di stile offensiva per il consesso, per l’istituzione sindaco e per gli stessi suoi concittadini: il noto e bravissimo fumettista insiste con il suo Goldrake (sì ahinoi, ancora quello. Si può dire?) da piazzare sull’Ipogeo di Piazza Garibaldi e addirittura invade il Consiglio comunale, si presenta di fronte al sindaco Gianguido D’Alberto e gli strappa in faccia la carta d’identità (che si dirà poi scaduta e incomprensibilmente ancora in suo possesso allora). Perchè quest’azione irriverente e tristissima, che ha colto di sorpresa tutti tranne chi sapeva di dover filmare qualcosa in arrivo e che si scopre successivamente essere gesto annunciato al sindaco con un sms nei giorni precedenti?
Non perché Di Giandomenico volesse ottenere l’approvazione del progetto (la cui realizzazione, ipotizzata dall’amministrazione in altre zone della città, all’artista però non è piaciuta) ma perchè da tempo inutilmente vorrebbe sentirsi dire “no” dal sindaco, per una sottolineatura poco produttiva, soprattutto per se stesso. Meno male che una immagine, tratta dal filmato, adesso esiste: altrimenti come poteva partire la strumentalizzazione di una parte dell’opposizione? Il gesto piuttosto che eclatante come voleva essere, resterà scritto in una delle pagine peggiori che l’assise civica teramana leggerà negli anni a venire, qualsiasi fosse l’eventuale diritto leso dell’artista.